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Sapete bene che sono (in)direttamente toccato da storie che parlano della ex Jugoslavia, la mia seconda patria ormai da tempo acquisita. Quindi conosco assai bene quelle realtà e Trieste, la mia città preferita in Italia a parte la mia 
Non posso parlare della mancanza di oro e preziosi, non c’è nemmeno mia moglie stasera per chiederlo a lei, ma Trieste era davvero la Mecca per tutti gli jugoslavi, giovani e non, che si riunivano per fare acquisti importanti, quelli che da loro non si trovavano. E badate bene che l’Italia era il paese di riferimento, non gli Stati Uniti come per noi o l’Inghilterra o la Germania, in tutto compreso la musica, il vero idolo degli anni ‘60 sapete chi era? Elvis? I Beatles? Gli Stones? No, Adriano Celentano, omaggiato dallo splendido film d’esordio di Emir Kusturica “Ti ricordi Dolly Bell?”
Trieste quindi città di frontiera, unita addirittura al confine con una funicolare che oggi non funziona più come quasi tutto, una città che, senza confini si è spenta rapidamente restando però uno splendore, dove nella stessa piazza convivono tutte le confessioni maggiori, una città che vede il paese vicino cresciuto esponenzialmente tanto che oggi i “frontalieri” siamo noi, una città accarezzata però dallo stesso mare e dove passeggiare è un’esperienza vitale.
Grazie della condivisione Marco, lo guarderò volentieri con la mia signora con Raiplay, triestini e jugoslavi si sono regalati sogni che sono volati via insieme a tante vite.....
  
PS quest’estate ci siamo fatti tutta la strada vecchia per tornare in Italia, quella che si faceva una volta, quando l’autostrada finiva a Zagabria e poi solo strade interne, una meraviglia
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